The flood has drowned the clutter
of forniture, papers, and paintings that crammed
the double-padlocked cellar.
Maybe they fought back blindly-the books
in red morocco. Du Bos’s endless dedications,
the wax seal with Ezra’s beard, Alain’s
Valéry, the manuscript
of the Orphic Songs, as well as a couple
of shaving brushes, a thousand knicknacks, and all
your brother Silvio’s compositions.
Ten, twelve days in that savage maw
of fuel-oil and shit. Clearly they suffered
terribly before losing their identity.
I’m deep in crud too, up to my neck, though
my civil status was doubtful from the outset.
It’s not muck that besets me, but the events
of an unbelievable, and always unbelieved, reality.
My courage in facing it was the first
of your loans, and perhaps you never knew.
L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili,
delle carte, dei quadri che stipavano
un sotterraneo chiuso a doppio lucchetto.
Forse hanno ciecamente lottato i marocchini
rossi, le sterminate dediche di Du Bos,
il timbro a ceralacca con la barba di Ezra,
il Valéry di Alain, l’originale
dei Canti Orfici – e poi qualche pennello
da barba, mille cianfrusaglie e tutte
le musiche di tuo fratello Silvio.
Dieci, dodici giorni sotto un’atroce morsura
di nafta e sterco. Certo hanno sofferto
tanto prima di perdere la loro identità.
Anch’io sono incrostato fino al collo se il mio
stato civile fu dubbio fin dall’inizio.
Non torba m’ha assediato, ma gli eventi
di una realtà incredibile e mai creduta.
Di fronte ad essi il mio coraggio fu il primo
dei tuoi prestiti e forse non l’hai mai saputo.
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